domenica 2 febbraio 2014

CRONACHE COSTITUZIONALI. IL QUINTO EMENDAMENTO ALLA COSTITUZIONE UNGHERESE: UNA MODIFICA ALLA MODIFICA

La legge che per la quinta volta ritocca la Costituzione ungherese e che è in vigore dal primo ottobre scorso è stata considerata dallo stesso sottosegretario alla Giustizia Róbert Répássy ”una modifica parziale al quarto emendamento”.
Quest’ultimo aveva generato giudizi piuttosto critici in patria come all’estero al punto da far esprimere allo stesso Presidente della Commissione Europea le proprie preoccupazioni in una missiva al Primo ministro Viktor Orbán. Sul piano interno la fase delle dispute sulla nuova Costituzione è ormai considerata chiusa dal governo. Lo si riconosce chiaramente dopo che la Corte Costituzionale ha respinto – con la sentenza 12/2013. (V.24.) – un ricorso presentato dal mediatore dei diritti fondamentali volto ad annullare diverse disposizioni contenute nella quarta modifica. Pertanto  l’obiettivo del quinto emendamento – come si legge nelle motivazioni generali al testo del progetto  - è proprio quello di raggiungere una tregua anche nei dibattiti internazionali  tenendo in considerazione le valutazioni di Commissione Europea e Commissione di Venezia per evitare che ”singole questioni costituzionali possano costituire un pretesto per ulteriori attacchi all’Ungheria”.
Il quinto emendamento – approvato il 16 settembre scorso con 260 voti favorevoli, 41 contrari e 35 astensioni – è stato presentato in due versioni differenti.  Il primo progetto sottoposto all’aula nel mese di giugno, il T/11545, contemplava tra gli argomenti trattati la fusione dell’Agenzia statale di vigilanza finanziaria con la Banca Nazionale Ungherese, una nuova proposta per far fronte ad obblighi pecuniari imposti non previsti e la revoca della discrezionalità precedentemente accordata  al presidente dell’Ufficio nazionale della magistratura nel riassegnare i procedimenti in corso a corti diverse. Il secondo progetto, il T/12015, che sarà poi quello definitivo, è datato agosto 2013 e viene integrato alla luce delle nuove norme sullo stato giuridico delle comunità religiose nonchè dell’estensione della diffusione dei messaggi politici in campagna elettorale. Di seguito presentiamo in maniera schematica tutte le novità apportate da questo ultimo emendamento. Continua qui per l'articolo completo.




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