mercoledì 20 marzo 2013

DURO INTERVENTO DEL PRESIDENTE DEI SOCIALISTI UNGHERESI. MESTERHÁZY PARLA DI ORBANISTAN E DI CALAMITA’ NATURALI

Mesterházy con la moglie al congresso dell'MSZP del 9 marzo scorso
E’ apparso domenica mattina sul portale del partito socialista ungherese, MSZP, un duro comunicato del presidente del partito Attila Mesterházy che ha analizzato in maniera assai critica la settimana appena conclusasi, una settimana aperta dall’approvazione da parte del Parlamento della quarta modifica alla Costituzione e chiusa con una delle peggiori ondate di maltempo che l’Ungheria abbia mai conosciuto. Solo una settimana fa si era svolto il congresso del partito in cui  Mesterházy aveva lanciato la sua sfida a Viktor Orbán ed al suo FIDESZ in vista delle elezioni politiche del prossimo anno, candidando l’ MSZP ad un ruolo da protagonista in quanto “partito più forte, più organizzato, più preparato e più grande dell’opposizione”. “Ci siamo lasciati alle spalle una settimana drammatica” – ha detto nel comunicato  Mesterházy. “ Il Primo Ministro ha definitivamente indebolito la Corte Costituzionale ed ha attaccato la magistratura” il tutto “con un euro che vale abbondantemente più di 300 fiorini”.

Il presidente dell’ MSZP ha esordito criticando fortemente il Governo reo di “aver svenduto” la figura del giornalista assegnando il premio Táncsics – una delle onorificenze conferite in occasione delle festa nazionale del 15 marzo –  a Ferenc  Szaniszló, reporter televisivo noto per le sue tendenze ultraconservatrici esternate anche pubblicamente in diverse trasmissioni. Stigmatizzata da Mesterházy anche la Croce d’oro al merito a János Petrás, bassista del gruppo rock nazionalista Kárpátia. La rock band avrebbe anche composto nel 2007 la marcia della ormai dissolta - perché dichiarata fuorilegge - Magyar Gárda, un’associazione di attivisti estremisti collegati al partito di destra Jobbik.
 
“Andando per ordine – ha ribadito il giovane leader socialista – votando la quarta modifica alla Costituzione i deputati di FIDESZ e KDNP hanno gettato le basi per il potere illimitato di Orbán. Viktor Orbán è oggi al di sopra delle leggi”. “Di una cosa sono certo -  ha continuato - che dovranno rendere conto delle loro vergognose scelte al giudizio della storia e ancora prima agli elettori”. Il presidente dell’MSZP non risparmia nemmeno il Capo dello Stato János Áder che, colpevole ai suoi occhi di non aver fatto niente per ostacolare la pubblicazione della legge di modifica, ”non ha esitato a liquidare l’ordine costituzionale in nome del patriottismo e della democrazia”.“Non escludo - ha sostenuto convintamente Mesterházy - che in futuro ci possano essere decisioni del Presidente della Repubblica o della Corte Costituzionale sfavorevoli al Governo, sono però sicuro che Orbán d’ora innanzi potrà cambiare ogni decisione che non gli piacerà: questa non è democrazia, è Orbánistan”.

Passando poi ad un altro argomento il politico socialista  ha ricordato come il Primo Ministro sia “piombato sulla magistratura” a proposito della campagna che il Governo sta portando avanti in tema di abbassamento delle spese delle famiglie specie delle bollette e che per il momento lo vede sconfitto dopo la prima battaglia legale contro i gestori.  Secondo Mesterházy “nell’interesse di una simile campagna si potrebbero raggiungere gli stessi obiettivi in maniera conforme alla legge e senza generare conflitti”. In questo comunicato domenicale il presidente dell’MSZP non ha tralasciato la recente nomina del nuovo capo della Banca Nazionale ungherese, da molti definito l’uomo di  Orbán, György Matolcsy che ora “sta distruggendo il fiorino col rischio di spingere sull’orlo del baratro i creditori stranieri e di fare sprofondare ancora di più l’economia magiara”.
 
Il leader dei socialisti ha poi chiarito che il senso di questa esposizione di critiche non è quello di augurarsi che l’Ungheria venga sanzionata ma di evitare piuttosto che questo accada attraverso la perdita dei fondi comunitari o del diritto di voto in seno alle istituzioni europee.
Mezzi militari nella gestione della recente emergenza neve
 
Infine Mesterházy è tornato sull’attualità non politica dell’ ondata di maltempo eccezionale che con bufere di neve di rara intensità ha paralizzato il paese costringendo centinaia di vacanzieri in partenza per il ponte lungo del 15 marzo a restare bloccati nelle loro auto su strade e autostrade e lasciando ampie zone della provincia senza corrente elettrica. Sotto accusa secondo il politico per la gestione impropria della calamità naturale l’Esecutivo ed in particolare il Ministero dell’Interno e la Protezione Civile ungherese (Katasztrófavédelem), “alla cui impotenza ha fatto fronte lo straordinario lavoro di pompieri, soldati, poliziotti e di chiunque avesse mente e cuore predisposti all’azione”. Un ringraziamento particolare è stato rivolto all’Austria il cui supporto è stato prezioso nella gestione dell’emergenza e che ha dimostrato come “ senza civili e buone relazioni internazionali non andiamo da nessuna parte”.  Mesterházy si è mostrato risoluto nell’esigere spiegazioni sulle negligenze e sulle responsabilità del Governo che dovranno essere pubblicamente definite. “Non si tratta del prestigio del Governo, ma della sua capacità di difendere le persone qualora ce ne sia bisogno”. “E’ evidente che il Governo è molto forte nella concentrazione del potere, nella pressione esercitata sui deboli e nel vantarsi, ma crolla immediatamente quando è il momento di agire realmente in reali situazioni di pericolo”. E dopo aver ricordato che anche questa vicenda sarà oggetto di valutazione “quando si tratterà di decidere sul nostro futuro” al momento del voto, Mesterházy ha così concluso :”dobbiamo essere noi stessi a saper mantenere in ordine gli affari della nostra patria”.

 Fonti: mszp.hu




venerdì 15 marzo 2013

15 MARZO FESTA NAZIONALE IN UNGHERIA. SI RICORDA LA GUERRA DI INDIPENDENZA DEL 1848-49



15 marzo, festa nazionale come recita l’articolo J) della Costituzione ungherese. In questa data si ricorda la guerra di indipendenza del 1848-49. Andando a ritroso negli anni ci si deve collocare nel momento storico in cui il capolavoro della restaurazione post-napoleonica inizia a scricchiolare. A farne le spese proprio il suo artefice, il principe di Metternich, rimosso da ruolo di cancelliere in seguito ai moti rivoluzionari scoppiati a Vienna, il cuore del sistema di equilibrio politico costruito all’indomani del Congresso del 1815. Una ondata rivoluzionaria che si propaga in tutta Europa e che dimostra nell’Impero d’Austria meglio che altrove come la questione nazionale metta alla luce tutte le debolezze del sistema di potere legittimista dei regnanti di allora.

Le spinte indipendentiste ungheresi non si fermano dinanzi alle promesse fatte dalla capitale asburgica di una costituzione e di un parlamento propri. L’orgoglio nazionale magiaro sotto la guida politica di Lajos Kossuth vuole ormai riappropriarsi della sua storia e del governo della sua terra. L’Impero scosso dai tumulti di Vienna del 13 marzo si mostra nell’immediato impotente a fronteggiare la domanda politica ungherese. A Budapest si capisce allora che è il momento di uscire allo scoperto in modo decisivo cercando di ottenere quanto più possibile ora che il potere centrale è distratto anche da altri fronti rivoluzionari come quello non meno destabilizzante dell’ Italia settentrionale.  
E’ in questo contesto che tre intellettuali di spicco alla guida dei giovani radicali di Pest riuniti nel Caffè Pilvax decidono il 14 marzo di scendere il giorno successivo in piazza per rendere pubblico un proclama che in 12 punti riassume le esigenze e le volontà della nazione ungherese. La mattina del 15 marzo lo scrittore e drammaturgo Mór Jókai, lo storico e filosofo Pál Vasvári e soprattutto il poeta nazionale Sándor Petőfi con le coccarde tricolore in petto raccolgono le folle di Buda e Pest nella celebre piazza dell’ Università (Egyetem Tér) dove i 12 punti vengono resi noti a tutti mentre la tipografia Landerer e Heckenast ne stampa incessantemente migliaia di copie. Nonostante la successiva reazione asburgica all’interno e all’esterno dei suoi confini e nonostante il difficile ripristino dello status quo ante, i moti ungheresi costituiscono un punto di non ritorno, una pietra miliare di quello storico compromesso che solo venti anni più tardi con la nascita dell’Impero austro-ungarico sarà una vittoria postuma della rivoluzione del 1848.

Una copia dei 12 punti stampata il 15 marzo 1848
Di seguito il testo tradotto del manifesto dei 12 punti:

COSA VUOLE LA NAZIONE UNGHERESE
Sia pace, libertà e concordia.

  1. Vogliamo la libertà di stampa e l’abolizione della censura
  2. Un governo responsabile a Buda-Pest
  3. Una seduta parlamentare annuale a Pest
  4. L’uguaglianza civile e religiosa di fronte alla legge.
  5. Un esercito nazionale
  6. La distribuzione comune del peso fiscale
  7. L’abolizione dei rapporti feudali
  8. Corti e rappresentanza sulla base dell’uguaglianza
  9. Una banca nazionale
10. I soldati giurino sulla costituzione, i soldati ungheresi non vengano portati all’estero e i soldati stranieri  vengano portati via da noi
11. Libertà per i prigionieri politici
12 .L'Unione (con la Transilvania n.d.r.)

Uguaglianza, libertà,fratellanza!

                                                        
                                                               *                *               *



Il Governo ha organizzato una fitta rete di eventi che si dispiegheranno per tutto l’arco della giornata. Si prevedono ingressi liberi in tutti i musei più importanti della città, così come nel Parlamento dove di pomeriggio nella sala della Cupola le più alte cariche dello stato conferiranno le onorificenze.
Per il programma completo della giornata consulta il sito ufficiale delle celebrazioni.

giovedì 14 marzo 2013

CRONACHE COSTITUZIONALI: IL PARLAMENTO UNGHERESE APPROVA UNA CONTROVERSA MODIFICA ALLA LEGGE FONDAMENTALE




La singolare protesta dell'opposizione dalle finestre del Parlamento
Con 265 voti favorevoli, 11 contrari e 33 astenuti, l’Assemblea nazionale ungherese lunedì scorso ha approvato il progetto di legge sulla “quarta modifica alla Legge Fondamentale”, con cui sono state inserite nel testo della Costituzione alcune nuove disposizioni insieme alla maggior parte delle Disposizioni Transitorie che la Corte Costituzionale aveva già annullato per incostituzionalità in precedenti sentenze. Le disposizioni della legge che ha suscitato forti polemiche in Ungheria così come all’estero, vanno ad impattare diversi ambiti della Legge Fondamentale come l’istruzione, la disciplina delle Chiese, i Principi Fondamentali, la definizione della famiglia e l’esercizio della libertà di opinione. Particolarmente rilevanti le novità introdotte nel campo delle competenze della Corte Costituzionale che potrebbero rideterminarne il ruolo. C’è anche spazio per una condanna formale e definitiva del comunismo. 
Per la lettura dell'articolo completo clicca qui

sabato 9 marzo 2013

ECONOMIA E COOPERAZIONE MILITARE AL SUMMIT V4 DI VARSAVIA. STORICA PRESENZA DI MERKEL E HOLLANDE.


Merkel e Hollande al V4 di Varsavia

Lo scorso 6 marzo Varsavia ha ospitato il summit periodico tra i capi di governo del Gruppo di Visegrád, o anche V4, ossia il forum che raggruppa informalmente ormai dal 1991 Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca e Slovacchia. Questo rassemblement prende il nome dalla omonima cittadina ungherese adagiata nei pressi dell’ansa del Danubio nel cui celebre castello ebbe luogo già nel 1335 uno storico congresso tra i regnanti dell’Europa centrale. La particolarità non trascurabile dell’ultimo vertice che ha visto protagonisti i premier polacco Donald Tusk, quello ceco Petr Necas, l’ungherese Orbán Viktor e lo slovacco Robert Fico, è stata la presenza su invito dello stesso V4 del presidente francese François Hollande e del cancelliere tedesco Angela Merkel. E’ stato questo il primo incontro in assoluto ai più alti livelli tra il Gruppo di Visegrád e il cosiddetto Triangolo di Weimar, un altro forum che riunisce in summit periodici - anch’esso dal 1991 - Francia, Germania e Polonia. 

A tenere banco sono state inevitabilmente le tematiche economiche. E’ stata espressa soddisfazione per il recente accordo raggiunto in sede di Consiglio Europeo sul Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020 con un rinnovato sforzo per la ricerca di un accordo con il Parlamento Europeo, il cui consenso è necessario per l’entrata in vigore del piano. I capi di governo si sono poi trovati d’accordo nel ribadire che la trasformazione dell’unione economica e monetaria si fonda su quattro principi: competitività, crescita, lavoro e apertura. La natura di questo processo è inclusiva e tutti gli Stati che vogliano farne parte in un’integrazione più profonda sono i benvenuti.   La competitività è stata congiuntamente riconosciuta preoccupazione principale degli stati e prerequisito fondamentale per il raggiungimento di una crescita sostenibile e della piena occupazione. E’ stata poi confermata la determinazione nella creazione di un mercato unico compiuto e nella conseguente rimozione delle barriere commerciali ancora esistenti, con un accento particolare posto sull’integrazione dei mercati digitali, sulla diffusione dell’e-commerce e della banda larga.
   
In questa rassegna di propositi politicamente corretti si inseriscono le puntualizzazioni del primo ministro ungherese che in conferenza stampa ha ricordato gli sforzi profusi dall’Ungheria per abbattere il debito e per controllare il bilancio. “L’Ungheria - ha detto Orbán - è e sarà partner nella realizzazione di una politica economica europea che accanto alla riduzione del debito e al contenimento del deficit sappia mettere in moto la crescita”. Ad una domanda dell’agenzia di stampa ungherese MTI a proposito di una prima valutazione sulle misure di politica economica adottate, Orbán ha così risposto: “L’Ungheria  ha una sua politica economica e qui come in altre occasioni, dal momento che non siamo parte dell’ Eurozona, abbiamo chiesto uno spazio di manovra adeguato all’utilizzo degli strumenti necessari per la risoluzione delle nostre difficoltà e dei nostri problemi”. ”I problemi dell’Ungheria non sono gli stessi della Svezia o dell’Inghilterra e per questo non è ragionevole aspettarsi la stessa politica economica. Tuttavia - ha concluso Orbán - parteciperemo  a questi dibattiti armati di buon senso”.
Il ministro delle difesa Csaba Hende firma la Lettera di Intenti al V4

Il risultato più concreto del vertice organizzato dalla presidenza di turno polacca,  è stato raggiunto nel settore della cooperazione militare. Il summit ha visto infatti anche la presenza dei ministri della difesa del V4 che hanno sottoscritto una lettera di intenti per la creazione di un proprio gruppo tattico armato. Il gruppo tattico armato del V4 si aggiungerebbe a quelli già previsti e regolamentati dall’ Unione Europea, i cosiddetti European Union Battlegroups, che hanno la scopo di agevolare e implementare l’allineamento e l’integrazione degli eserciti nazionali. Il battelgroup del V4, che dovrebbe vedere la luce nel 2016 dopo una esercitazione generale fissata approssimativamente per l’anno precedente e la cui utilità è stata riconosciuta anche dai ministri della difesa di Francia e Germania, sarà composto da 3000 unità e avrà la Polonia come stato chiave nella sua realizzazione. I capi di governo del V4 hanno dimostrato in questo modo il loro impegno nel rafforzamento delle capacità militari della Nato ma soprattutto dell’UE nel quadro della Politica di Difesa e di Sicurezza Comune. E’ stata espressa la convinzione nella necessità di mettere in comune le risorse destinate alla difesa anche attraverso meccanismi e istituzioni regionali come il V4 e il triangolo di Weimar per far fronte in maniera efficace alle pressioni che la crisi finanziaria globale esercita sui bilanci militari. Il vertice di Varsavia, dove si è parlato anche di Afganistan e Balcani occidentali, ha dato anche la possibilità al ministro della difesa francese Jean Yves Le Drian di fare il punto sulla situazione nel Mali ringraziando i paesi che hanno preso parte alla missione, tra cui anche l’Ungheria. A tal proposito l’omologo ungherese  Csaba Hende, ha dichiarato che quando determinate condizioni verranno soddisfatte, potrebbero prendere parte all’operazione soldati ungheresi, anche a partire dal prossimo mese di aprile.   

Secondo il quotidiano liberale polacco Gazeta Wyborcza la presenza di Hollande e Merkel al summit del V4 non fa altro che premiare il positivo dinamismo di una aera del continente che nel quadro generale della crisi si è dimostrata più virtuosa rispetto ai problemi creati dall’ Europa meridionale e mediterranea.  
Alla luce di queste considerazioni sembra ormai preistorico l’acronimo di PECO (Paesi dell’Europa Centro Orientale) utilizzato in sede UE per definire un' area politico-geografica di sostanziale disagio e difficoltà economica di natura post-sovietica. 

Fonti: kormany.hu, mon.gov.pl, kprm.gov.pl