Mesterházy con la moglie al congresso dell'MSZP del 9 marzo scorso |
E’ apparso domenica mattina sul portale del partito socialista ungherese, MSZP, un duro comunicato del presidente del partito Attila Mesterházy che ha analizzato in maniera assai critica la settimana appena conclusasi, una settimana aperta dall’approvazione da parte del Parlamento della quarta modifica alla Costituzione e chiusa con una delle peggiori ondate di maltempo che l’Ungheria abbia mai conosciuto. Solo una settimana fa si era svolto il congresso del partito in cui Mesterházy aveva lanciato la sua sfida a Viktor Orbán ed al suo FIDESZ in vista delle elezioni politiche del prossimo anno, candidando l’ MSZP ad un ruolo da protagonista in quanto “partito più forte, più organizzato, più preparato e più grande dell’opposizione”. “Ci siamo lasciati alle spalle una settimana drammatica” – ha detto nel comunicato Mesterházy. “ Il Primo Ministro ha definitivamente indebolito la Corte Costituzionale ed ha attaccato la magistratura” il tutto “con un euro che vale abbondantemente più di 300 fiorini”.
Il presidente dell’ MSZP ha esordito criticando fortemente il Governo reo di “aver svenduto” la figura del giornalista assegnando il premio Táncsics – una delle onorificenze conferite in occasione delle festa nazionale del 15 marzo – a Ferenc Szaniszló, reporter televisivo noto per le sue tendenze ultraconservatrici esternate anche pubblicamente in diverse trasmissioni. Stigmatizzata da Mesterházy anche la Croce d’oro al merito a János Petrás, bassista del gruppo rock nazionalista Kárpátia. La rock band avrebbe anche composto nel 2007 la marcia della ormai dissolta - perché dichiarata fuorilegge - Magyar Gárda, un’associazione di attivisti estremisti collegati al partito di destra Jobbik.
“Andando per ordine – ha ribadito il giovane leader socialista – votando la quarta modifica alla Costituzione i deputati di FIDESZ e KDNP hanno gettato le basi per il potere illimitato di Orbán. Viktor Orbán è oggi al di sopra delle leggi”. “Di una cosa sono certo - ha continuato - che dovranno rendere conto delle loro vergognose scelte al giudizio della storia e ancora prima agli elettori”. Il presidente dell’MSZP non risparmia nemmeno il Capo dello Stato János Áder che, colpevole ai suoi occhi di non aver fatto niente per ostacolare la pubblicazione della legge di modifica, ”non ha esitato a liquidare l’ordine costituzionale in nome del patriottismo e della democrazia”.“Non escludo - ha sostenuto convintamente Mesterházy - che in futuro ci possano essere decisioni del Presidente della Repubblica o della Corte Costituzionale sfavorevoli al Governo, sono però sicuro che Orbán d’ora innanzi potrà cambiare ogni decisione che non gli piacerà: questa non è democrazia, è Orbánistan”.
Passando poi ad un altro argomento il politico socialista ha ricordato come il Primo Ministro sia “piombato sulla magistratura” a proposito della campagna che il Governo sta portando avanti in tema di abbassamento delle spese delle famiglie specie delle bollette e che per il momento lo vede sconfitto dopo la prima battaglia legale contro i gestori. Secondo Mesterházy “nell’interesse di una simile campagna si potrebbero raggiungere gli stessi obiettivi in maniera conforme alla legge e senza generare conflitti”. In questo comunicato domenicale il presidente dell’MSZP non ha tralasciato la recente nomina del nuovo capo della Banca Nazionale ungherese, da molti definito l’uomo di Orbán, György Matolcsy che ora “sta distruggendo il fiorino col rischio di spingere sull’orlo del baratro i creditori stranieri e di fare sprofondare ancora di più l’economia magiara”.
Il leader dei socialisti ha poi chiarito che il senso di questa esposizione di critiche non è quello di augurarsi che l’Ungheria venga sanzionata ma di evitare piuttosto che questo accada attraverso la perdita dei fondi comunitari o del diritto di voto in seno alle istituzioni europee.
Mezzi militari nella gestione della recente emergenza neve |
Infine Mesterházy è tornato sull’attualità non politica dell’ ondata di maltempo eccezionale che con bufere di neve di rara intensità ha paralizzato il paese costringendo centinaia di vacanzieri in partenza per il ponte lungo del 15 marzo a restare bloccati nelle loro auto su strade e autostrade e lasciando ampie zone della provincia senza corrente elettrica. Sotto accusa secondo il politico per la gestione impropria della calamità naturale l’Esecutivo ed in particolare il Ministero dell’Interno e la Protezione Civile ungherese (Katasztrófavédelem), “alla cui impotenza ha fatto fronte lo straordinario lavoro di pompieri, soldati, poliziotti e di chiunque avesse mente e cuore predisposti all’azione”. Un ringraziamento particolare è stato rivolto all’Austria il cui supporto è stato prezioso nella gestione dell’emergenza e che ha dimostrato come “ senza civili e buone relazioni internazionali non andiamo da nessuna parte”. Mesterházy si è mostrato risoluto nell’esigere spiegazioni sulle negligenze e sulle responsabilità del Governo che dovranno essere pubblicamente definite. “Non si tratta del prestigio del Governo, ma della sua capacità di difendere le persone qualora ce ne sia bisogno”. “E’ evidente che il Governo è molto forte nella concentrazione del potere, nella pressione esercitata sui deboli e nel vantarsi, ma crolla immediatamente quando è il momento di agire realmente in reali situazioni di pericolo”. E dopo aver ricordato che anche questa vicenda sarà oggetto di valutazione “quando si tratterà di decidere sul nostro futuro” al momento del voto, Mesterházy ha così concluso :”dobbiamo essere noi stessi a saper mantenere in ordine gli affari della nostra patria”.
Fonti: mszp.hu
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