domenica 11 settembre 2016

1956-2016 NAPOLI E L’ANNO UNGHERESE DELLA LIBERTA’

1956-2016  In occasione del sessantesimo anniversario della rivoluzione ungherese, il governo magiaro ha consacrato il 2016 come anno speciale, A magyar szabadság éve (L’anno ungherese della libertà).  Il culmine delle commemorazioni coinciderà con il mese di ottobre. Tuttavia sono diversi gli appuntamenti e i progetti che già dalla fine dello scorso anno si stanno susseguendo e che occuperanno anche parte del 2017.  Gli ambiti coinvolti sono i più svariati: cinematografia, letteratura, restyling urbano, promozione scientifica e culturale (per i dettagli facciamo rimando al sito ufficiale http://www.magyarforradalom1956.hu/ ).
 
Napoli e le realtà di rappresentanza della comunità ungherese presente sul suo territorio, si mostrano partecipi del comune sentire della nazione magiara a più di mezzo secolo di distanza da un evento esaltante e tragico al tempo stesso. Con il patrocinio dell’Ambasciata d’Ungheria, l’associazione culturale Maria d’Ungheria regina di Napoli, il Consolato d’Ungheria a Napoli, l’Università degli Studi di Napoli l’Orientale con la partecipazione dell’Associazione culturale Prometeo, aderiscono convintamente a “L’anno ungherese della libertà” e con un video prodotto per l’occasione vi invitano a seguire le prossime iniziative.


giovedì 30 giugno 2016

L’UNGHERIA SALUTA CON ONORE LA FRANCIA. COSA RICORDEREMO DELL’EUROPEO DEI MAGIARI

La marcia dei tifosi ungheresi per le strade di Marsiglia
L’ultima volta che l’Ungheria giocò una competizione internazionale c’erano ancora Germania dell’Ovest e Unione Sovietica. Da allora la carta geografica è cambiata e insieme ad essa è cambiato il calcio. La lunghissima traversata nel deserto dei magiari si è conclusa con la qualificazione agli Europei di Francia.Dopo i sorteggi e la composizione dei gironi nel dicembre scorso, era ipotizzabile - ma non scontato - che contro Islanda, Austria e Portogallo la qualificazione fosse “sulla carta” alla portata. Così è stato. Anzi è stato di più. L’Ungheria è passata agli ottavi di finale come imbattuta e prima della (sua) classe. Il raggiungimento di unsimile traguardo, per chi nella propria memoria sportiva può annoverare Ferenc Puskás e la “squadra d’oro” che ha incantato il mondo intero,quasi non meriterebbe la risonanza e le celebrazioni che ne sono derivate. Tuttavia la lunga attesa, le aspettative di una nazione che ha riscoperto improvvisamente il calcio, le emozioni suscitate nonché il modo in cui è maturata l’eliminazione meritano una breve rassegna per scoprire cosa ricordare dell’avventura magiara agli Europei.

I tifosi in trasferta.
Non dimenticheremo facilmente le marce di migliaia di tifosi magiari verso lo stadio prima delle partite, una autentica onda rossache ha invaso i centri cittadini di Bordeaux, Marsiglia, Tolosa, Lione. Il calore del tifo si è trasmesso poi sugli spalti coinvolgendo anche i calciatori che ad ogni gol correvano a festeggiare sotto le curve, cercando il contatto fisico, l’abbraccio con i propri sostenitori mettendo a dura prova stewards e forze dell’ordine.

Strade e binari bloccati sul körút di Budapest
Gábor Király, il portiere ungherese
Budapest in tilt.
Una consuetudine di questi Europei la capitale danubiana paralizzata nei post-partita. Fiumane di persone in strada a sfilare. Percorsi preferiti ii binari dei tram. Mai conducenti dell’efficientissimo trasporto pubblico di Budapest sono stati più accondiscendenti. Vigili e automobilisti a fraternizzare con le folle. Il calcio valeva bene qualche ora bloccati nel traffico.

Király
Tra le cose che il pubblico ricorderà di Euro2016 c’è la tuta di Gábor Király, il portiere magiaro. Canzonato e mitizzato al tempo stesso. La sua prima partecipazione ad un torneo internazionale con la “válogatott” (selezione)è entrata nella storia. Nessun altro ha giocato un europeo alla sua età. Eccentrico nell’abbigliamento. Burlone in campo, come quando rischia di disorientare i suoi stessi compagni di reparto passandosi la palla sotto le gambe o fingendo un rinvio lungo. Epico quando dopo un miracolo su punizione di De Bruyne si frattura l’articolazione del dito e se lo rimette a posto da solo (terminerà poi la partita senza problemi). Chissà se lo rivedremo ancora tra i pali, magari in mondovisione.

I migliori.
L’Ungheria deve ripartire da quelli che sono stati i migliori elementi. Tolti i senatori del gruppo, comeil capitanoDzsudzsák e Gera, che potranno dare un sicuro contributo nelle qualificazioni al prossimo mondiale, occorre menzionare chi in prospettiva può cresceree far parlare ancora di sé. Ci riferiamo ad esempio a Szalai, il gigante dell’attacco. Quasi impossibile sottrargli la palla e abile nel trattenerla per far salire i compagni nelle ripartenze. Lovrencsics, laterale di centrocampo con buona corsa e capacità di agire in supporto di attacco e difesa. I veri talenti poi sono Kleinheisler e Nagy. Entrambi giovanissimi, 43 anni in due. Il primo tignoso centrocampista offensivo, il secondo  regista onnipresente. Meritano di fare esperienza all’estero in campionati importanti.


La squadra canta l'inno nazionale sotto la curva dopo l'eliminazione col Belgio
L’eliminazione
Per quanto possa far male non si può non ricordare l’eliminazione con il Belgio. Le sconfitte mettono a nudo i limiti ed insegnano a non ricadere nell’errore. Con un pizzico di cattiveria agonistica in più e con un po’ di fortuna l’Ungheria, considerando pure il tabellonepiuttosto favorevole,  si sarebbe potuta ritrovare tranquillamente tra le prime quattro. E’ mancato il cinismo. Il tecnico tedesco Storck, altro protagonista da riconfermare, dovrà lavorare proprio su questo. Ordine e possesso palla non bastano.Quando l’avversario è in calo bisogna far male. E i “diavoli rossi” di Hazard potevano essere colpiti più volte. Il cinismo deriva anche dall’esperienza, e quest’ultima a sua volta nasce da una serie di fattori, due dei quali sono sicuramente più investimenti nel calcio professionistico e più pratica di campionati stranieri.La partecipazione a questi Europei è stata una utile vetrina che può generare per il calcio ungherese un circolo virtuoso. Non si poteva oggettivamente chiedere di più a questi ragazzi.Ora però il ghiaccio è rotto. Occhio al prossimo obiettivo, le qualificazioni ai prossimi mondiali. C’è da cantare ancora tanti inni nazionali con la mano sul cuore davanti ai propri tifosi. 








giovedì 23 giugno 2016

GOAL, SPETTACOLO E PRIMATO. MAGIARI IN DELIRIO. ORA IL BELGIO

La squadra magiara festeggia a fine partita con i tifosi
C’era il rischio che Ungheria-Portogallo avesse poco da dire e che magari il risultato fosse scritto in anticipo con i magiari già qualificati agli ottavi grazie al risultato di Germania-Irlanda del Nord del giorno precedente e con i più quotati lusitani di Cristiano Ronaldo alla ricerca della prima vittoria e del passaggio del turno. A Lione invece nulla si è rivelato scontato. I tifosi hanno assistito alla gara più spettacolare di questa prima fase degli Europei. Sei gol, due doppiette e portoghesi molto vicini alla capitolazione. Finisce 3-3, con l’Ungheria tre volte in vantaggio a chiudere il suo girone in testa nonché imbattuta, legittimando la qualificazione anche sul campo. E’ una autentica prova di maturità quella data dai ragazzi allenati da Storck.

Vista la ormai consueta “rivoluzione”dell’undici iniziale e considerati i risultati, si fa fatica a capire quale sia la formazione tipo. Le cosiddette seconde linee sono tutte parimenti competitive. La verità è che forse non esistono seconde linee. La rosa è composta da elementi di qualità equivalente, in altre parole una risorsa per un torneo con così tante partite da disputare in così pochi giorni.
Il vantaggio ungherese siglato da Zoltán Gera

La gara
In difesa, con Fiola ancora infortunato,Storck tiene a riposo il diffidato Kádár e butta nella mischia Korhut come terzino sinistro. I nuovi innesti rispetto alla gara con l’Islanda,Pintér, Gera, Elek e Lovrencsics popolano il centrocampo senza stravolgere quello che è tra i moduli preferiti dal tecnico tedesco, il 4-2-3-1. In avanti torna infatti anche Szalai. L’Ungheria non parte con lo stesso possesso palla delle gare precedenti, cosa oggettivamente difficile visto il pressing molto alto di centrocampisti e attaccanti portoghesi.I movimenti di Ronaldo, Nani e Joao Mario creano apprensione  ma non impensieriscono oltremodo la retroguardia magiara. Stavolta è l’Ungheria ad aspettare e a ripartire. Il vantaggio è un capolavoro del veterano Zoltán Gera che controlla di petto ed infila con una rasoiata di sinistro da fuori area la porta difesa da Rui Patricio. Ronaldo non punge perchè praticamente annullato da Lang e Lovrencsics. Quest’ultimo, sulla destra, è anche  una spina nel fianco della difesa portoghese e sarà difficile non immaginarlo più tra i titolari al ritorno di Kleinheisler. Il pareggio nasce da un’invenzione di Ronaldo che pesca in area Nani. Dopo la pausa succede tutto nei primi venti minuti con le squadre a creare azioni di pericolo ad ogni capovolgimento di fronte. Ungheria due volte in vantaggio e Portogallo due volte a rincorrere e a pareggiare con il solito Ronaldo. Il resto è solo stanchezza e paura (portoghese) di farsi ancora e troppo male. Nei minuti finali si opta consapevolmente per un pareggio che non scontenta nessuno.
Il goal del 3-2 di Dzsudzsák

L’allenatore
Probabilmente in ungherese  conosce solo la parola goulash ma conta poco perché questo allenatore tedesco sa esprimersi benissimo grazie alle sue strategie, sinora tutte appropriate e fruttuose. Ha coraggio a tenere fuori contro l’Islanda Szalai ovvero chi gli aveva sbloccato la gara con l’Austria. Nella stessa partita mette dentro la coppia Nikolic-Böde che propizierà l’autorete islandese. Con il Portogallo cambia mezza squadra attuando dei cambi grazie ai quali tutti calciatori della “válogatott” hanno esordito in questi Europei ad eccezione di secondo e terzo portiere.

Il capitano
Balázs Dzsudzsák è il migliore in campo e non solo per la doppietta. Una partita di corsa e di sacrificio la sua, a supportare l’attacco e a chiudere in difesa. La caparbietà con la quale poi cerca e trova il secondo goal personale fanno capire perché sia il giocatore ungherese più rappresentativo e l’indiscusso capitano della squadra.
La reazione nervosa di Cristiano Ronaldo al 3-2 magiaro

Cristiano Ronaldo
E’ indubbiamente una stella. È il solo ad animare e a concretizzare la reazione del Portogallo.Con la doppietta contro l’Ungheria è il primo giocatore della storia ad aver segnato in 7 competizioni internazionali consecutive (4 Europei e 3 Mondiali). Il colpo di tacco con cui firma il suo primo sigillo è delizioso. Un po’ meno deliziosa la reazione nervosa, ai limiti della crisi isterica, al goal del 3-2 ungherese.

Belgio
Sarà il Belgio domenica sera l’avversaria dei magiari agli ottavi di Euro 2016.Un’altra partita in cui sulla carta i valori tecnici pendono decisamente verso la parte belga per via dei vari Hazard, Fellaini, Mertens, Nainggolan. Tuttavia l’Ungheria non può ragionare da piccola anche perchè i numeri parlano di una squadra che ha tutte le carte in regola per superare il turno. E’ una partita da “dentro o fuori” da affrontare sapendo che non ci saranno prove d’appello. A mezzo secolo da un piazzamento così alto in un torneointernazionale, dopo la gara di ieri, ci sono tutte le premesse per battere altri record.  
Hajrá Magyarország, Hajrá Magyarok!


domenica 19 giugno 2016

L’UNGHERIA RINGRAZIA SAEVARSSON E VEDE GLI OTTAVI

I magiari esultano al Vélodrome di Marsiglia
Si aspettava la gara delle conferme. L’Ungheria doveva dimostrare di non essere venuta in Francia solo per battere i cugini “asburgici”. La risposta arriva, tardiva ma convincente. Minuto '88. Lo sfortunato Saevarsson spinge nella sua porta il pallone per anticipare affannosamente Böde servito dalla destra da Nikolic. La bolgia festante dei 21.000 tifosi in maglia rossa fa tremare il Vélodrome. I magiari acciuffano il pareggio. Tutto sommato la regola di questi Europei sembra essere che i goal decisivi arrivano tutti nel finale di partita.  E l’Ungheria si adegua. La verità allora resta una. Nel momento in cui scriviamo la squadra di Storck è ancora sola in testa alla classifica con ben due punti di vantaggio su Islanda e Portogallo, che non riesce ad andare oltre lo 0-0 con l’Austria. Girone equilibrato, giochi aperti, ma il vantaggio aritmetico è indiscutibile. La qualificazione agli ottavi è davvero ad un passo.

L’autorete è esente da ogni tipo di commento. E’ un colpo di fortuna, come può esserlo un rigore fallito o una traversa. Il pareggio tuttavia è il risultato più giusto per una partita che ha visto di fronte le classiche due nazionali dalle quali puoi aspettarti i due estremi: exploit e/o eliminazione imbarazzante. Ungheria e Islanda probabilmente non saranno niente di tutto questo e lo si è visto oggi. Entrambi però hanno legittimato la qualificazione ad Euro2016 giocando davvero discretamente.
L'errore di Király

Il tecnico tedesco risolve il rebus della difesa dovuto all’infortunio di Fiola spostando Lang a destra ed inserendo Juhász al centro insieme a Guzmics. La sorpresa è la panchina del gigante Szalai. In campo dal primo minuto la coppia Priskin-Stieber protagonista della seconda rete contro gli austriaci. I magiari cominciano decisamente meglio rispetto alla gara d’esordio. Dimostrano ancora una volta stessi pregi e difetti: bravissimi nel mantenere il possesso palla e in fase di costruzione della manovra ma poco pericolosi e troppo sufficienti in attacco. L’Islanda è organizzata per attendere e ripartire anche se i maggiori pericoli vengono dai calci piazzati. Dzsudzsák questa volta si vede di più anche perché cambia spesso posizione alternandosi con un altrettanto mobile Kleinheisler. Dalla tre quarti in poi mancano idee e verticalizzazioni necessarie per tentare di penetrare la barriera difensiva islandese. Il migliore in campo è Nagy. Il giovanissimo centrocampista del Ferencváros - 21 anni compiuti venerdì scorso -  dimostra personalitá e sicurezza di un trentenne. Corre più degli altri e imposta garantendo collegamento tra difesa e centrocampo. Quando lo 0-0 sembra a tutti il risultato più giusto per il primo tempo, Király non trattiene in uscita una palla alta in area. Un errore imperdonabile per il ”vecchio” degli Europei. Dalla sua disattenzione nasce l’azione che porta l’arbitro russo Karasev ad assegnare un rigore all’Islanda. Sigurdsson spiazza Király portando in vantaggio gli isolani.
L'autogol di Saevarsson che regala il pareggio. Böde era pronto a ribadire in rete

Nel secondo tempo il gioco di Islanda e Ungheria non cambia. Cambiano le motivazioni. I magiari cominciano a premere con il passare del tempo sacrificando ordine ed equilibrio. Quando Bernd Storck capisce che non c’è più nulla da difendere mette dentro tre attaccanti. Ancora una volta i cambi si rivelano appropriati e fruttuosi. Nikolic e Böde, rispettivamante capocannonieri dei campionati polacco e ungherese, danno molto fastidio e sono determinanti nell’azione del meritato pareggio.

Gli Ottavi sono ad un passo. Prima di questo traguardo c’è il Portogallo di Cristiano Ronaldo.  Un’altra opportunità per dimostrare che non si è finiti in Francia per caso. Un’altra occasione per fare festa e bloccare i tram sul körút. Hajrá Magyarország!




mercoledì 15 giugno 2016

SZALAI-STIEBER:IL DERBY AUSTRO-UNGARICO VA AI MAGIARI

La squadra ungherese festeggia con i tifosi a fine partita
Diciamolo pure. Anche con un pareggio l’Ungheria avrebbe fatto un figurone. 44 anni di assenza dagli Europei di calcio e 30 di digiuno mondiale non aiutavano i pronostici. Scarsissimi i guadagni previsti per scommesse sulla vittoria austriaca. Adesso invece i nipotini della Aranycsapat - la squadra d’oro di Puskás, Czibor e Hidegkuti - attendono comodamente in poltrona chi tra Portogallo e Islanda li raggiungerà in vetta alla classifica del gruppo F. I magiari battono 2-0 i “cugini” viennesi nella gara d’esordio ad Euro2016.

L’impresa è opera di un gruppo ordinato, ben organizzato sotto la guida di un allenatore tedesco, Bernd Storck, con alle spalle esperienze non esaltanti in Kazakhstan e Grecia. L’Austria si presenta con diverse già note individualità dal valore indiscusso come Alaba, difensore del Bayern Monaco, Dragovic e Fuchs, fresco di trionfo in Premier League con il Leicester di Ranieri. C’è poi Arnautovic ribattezzato - anche per la chioma da samurai – l’Ibrahimovic d’Austria . Il match parte come i più si aspettano. 

Passa solo un minuto e Alaba stampa sul palo il suo primo tiro. L’impeto iniziale dato dalla superiorità tecnica dei singoli viene meno però progressivamente, un po’ troppo presto. Basta un quarto d’ora ai magiari per prendere in mano le redini del gioco e capire che la differenza può farla solo un diligente e disciplinato lavoro di squadra. Il baricentro ungherese si alza notevolmente. La linea di difesa sale a vista d’occhio grazie ad una rete continua e precisa di fraseggi. L’Austria è quasi costretta sulla difensiva. Non le restano che  frettolose e imprecise ripartenze. L’Ungheria non produce molto negli ultimi sedici metri. Non è pericolosa. Il suo calciatore più rappresentativo, Dzsudzsák, è praticamente annientato e non si vede per un tempo intero salvo che per una diagonale da dimenticare. 

Il goal di Ádám Szalai (1-0)
Dopo la pausa, stesso copione. Grande equilibrio. Sono i centrocampisti magiari a distinguersi. Zoltán Gera, con tutta l’esperienza di un classe ’79,  sale in cattedra ed imposta praticamente ogni manovra. László Kleinheisler, capello ramato e fisico tarchiato è invece un tenace disturbatore, sempre presente e preciso nell’assistere l’attacco ungherese. E’ senza dubbio il migliore in campo. Corona la sua prestazione con uno scambio veloce e continuato che mette il gigante Szalai solo davanti al portiere. E’ il gol dell’uno a zero. Meritato. 
Il goal di Zoltán Stieber (2-0)

Incredula quanto improvvisa l’esplosione di gioia dei tifosi ungheresi. Segue la veemente reazione austriaca che si materializza in un gol (giustamente) annullato e nella successiva espulsione di Dragovic. A quel punto la superiorità numerica fa il resto. L’Ungheria continua a fare la sua partita. Stesso copione anche con attori diversi. Priskin e Stieber, appena entrati, confezionano il due a zero. Contropiede, cavalcata e tocco sotto con portiere in ginocchio. Il gesto atletico è pregevole. Sugli spalti è il tripudio. 

In questa serata “storica” tuttavia non può passare inosservato un altrettanto storico primato. Al fischio d’inizio il portiere Gábor Király - famoso per la sue tute di gioco felpate - con i suoi 40 anni,  è divenuto il giocatore più longevo a disputare una fase finale degli Europei. Sabato prossimo la storia può continuare al punto tale che un buon risultato può essere l’ipoteca per il passaggio del turno. In conclusione una nota doverosa. Nel momento in cui chiudiamo l’articolo, l’Ungheria è sola in testa alla classifica. Hajrá Magyarország!


domenica 8 maggio 2016

PRO CULTURA HUNGARICA: IL MESSAGGIO DI RINGRAZIAMENTO DI JUDIT JÁMBOR

Lo scorso 14 marzo, in occasione del ricordo della Guerra d'Indipendenza ungherese del 1848-49, la dott.ssa Judit Jámbor, presidente dell'Associazione culturale Maria d’Ungheria regina di Napoli, ha ricevuto il premio “Pro Cultura Hungarica” ovvero la più alta onorificenza che il Ministero della Cultura ungherese conferisce annualmente a chi si distingue nel campo della promozione culturale magiara all’estero. Di seguito il testo del messaggio di ringraziamento della dott.ssa Jámbor in italiano e in ungherese.

Ezév  március 14-én , az  1848-49 Szabadságharc  megemlékezése alkalmával, Judit Jámbor, a "Magyar Mária Nápoly Királynoje" elnevezésu nápolyi székhelyu magyar kulturális egyesület elnökét , tüntették ki a Pro Cultura Hungarica-díjjal. A Pro Cultura Hungarica-díj a magyar kultúra értékeinek külhoni megismertetésében és terjesztésében, valamint a magyar nemzet és más nemzetek muvelodési kapcsolatainak gazdagításában elévülhetetlen érdemeket szerzett külföldi állampolgárok részére adományozható. Az alábbiakban található Jámbor Judit elnök köszönete magyar és olasz nyelven.

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A TUTTI GLI AMICI UNGHERESI ED ITALIANI 
Il 14 marzo p.v. , in occasione della cerimonia, avvenuta  nella prestigiosa sede del Consolato Onorario d’Ungheria in Napoli,  in  ricordo della Rivoluzione e Grande Guerra d’Indipendenza  ungherese del 1848-49,  mi è  stato consegnato  dal dr.  Tamas Heintz, Primo segretario in affari consolari dell’Ambasciata d’Ungheria in Roma,  l’atto di conferimento del premio “Pro Cultura Hungarica” insieme ad una medaglia di bronzo. Il premio,  benchè personale,  desidero  condividerlo con  tutti coloro, che hanno contribuito  allo svolgimento  della mia attività  premiata  e che ringrazio. Come s’intuisce,  l’elenco è ampio. In  primo luogo intendo ringraziare il prof. Andrea Amatucci,  Console d’Ungheria in Napoli con giurisdizione per la Campania e per la Calabria , che ha sempre sostenuto  il  lavoro  dell’Associazione “Maria d’Ungheria Regina di Napoli”, di cui ho l’onore di essere la  Presidente e che si è  scelto un ruolo complementare a fianco del  Consolato al fine della promozione  delle iniziative volte  ad intensificare  i rapporti  culturali ed istituzionali  tra l’Ungheria e l’Italia. Va riconosciuta anche  la collaborazione,  sempre paziente,  della sua segretaria sig.ra Rosaria Citarella. Pari  merito va riconosciuto a  tutte le Istituzioni della Campania, della Calabria e di Ungheria, insieme all’Ambasciata d’Ungheria ed  all’Accademia  d’Ungheria in Roma,  ai  docenti  e agli studenti della cattedra   di lingua e letteratura ungherese dell’Università Orientale di Napoli, a  tutti i collaboratori dell’Associazione,  al dr.  Cristiano Preiner, che conduce con impegno professionale questa rubrica, ove  pubblica notizie ed  informazioni  di grande interesse, incluse quelle  inerenti all’attività  del Consolato d’Ungheria in Napoli,  con la collaborazione dell’Associazione Ungherese, ed al dr Francesco Manca, Presidente dell’Associazione Culturale Prometheo.    Ringrazio  anche il  gruppo degli ufficiali ungheresi  in servizio  periodico  a Napoli, che sono sempre presenti  agli eventi, tutti gli amici ungheresi ed  italiani,  che amano la  cultura e la storia dell’Ungheria.
Infine, sono molto grata al professore Peter Modos, il Direttore dell’Istituto di Cultura  per il Centro –Europa  di  Budapest  e Direttore  della Rivista culturale ungherese  “Viaggiatore d’Europa”, che ha promosso la mia  premiazione, ed  a tutti coloro che hanno  creduto  e continuano  a credere in me e nell’attività culturale  dell’Associazione.

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Tisztelt olvasók,  magyar  és olasz barátok
Ezév  március 14-én , az  1848-49 Szabadságharc  megemlékezése alkalmával , mely  Magyarország Nápoly  Tiszteltbeli Konzulátus  hivatalának   nagytermében  zajlott, dr Heintz Tamás, Magyarország Római Nagykövetség   I.o konzuli  ügyek titkára   a Pro Cultura Hungarica  elismerést és emlékplakettet adta át szerény  személyemnek.  A számomra igen megtisztelő  kitüntetést ezúton szeretném  megosztani és egyben megköszönni mindazoknak , akik ehhez hozzásegítettek.Sokaknak  tartozom köszönettel, először  prof. Andrea  Amatucci ,  Magyarország  Nápolyban működő Campania és Calabria tartományok  hatáskörével bíró  Tiszteletbeli konzul  úrnak , aki  mindig készségesen és tevékenyen  támogatta a “Maria d’Ungheria Regina di Napoli” -- “Magyar Mária Nápoly Királynője “ elnevezésű , nápolyi székhelyű magyar kulturális egyesület munkáját , melynek  örömmel és büszkeséggel vagyok vezetője. A kulturális egyesület ,  Magyarország  Nápolyi Konzulátusával  karöltve  több évtizedek óta  ápolja  és  segíti a magyar olasz kulturális és intézményes  kapcsolatokat.  Köszönetemet  fejezem ki  titkárasszonyának Rosaria Citarellanak, a   türelmes   és  önzetlen  munkájáért.  Őszinte  hálám ,   Campania és Calabria  tartományok  és természetesen a magyar Intézményeknek, az  értékes együttműködésükért, közöttük   Magyarország  Római Nagykövetségének  ,  a  Rómában működő  Magyar Akadémiának, a nápolyi “ Orientale” azaz a  Keleti Egyetem magyar tanszékén oktató tanároknak, az ott tanuló diákoknak , a “Magyar Mária Nápoly Királynője”  egyesület minden tisztelt  tagjának ,  munkatársának, első sorban   dr Cristiano Preinernek , e kiváló internet portál szerkesztőjének , aki  a  kulturális és  politikai aktualitások  mellett , folyamatos tudósítással  szolgál a rovat olavasóinak  az  Egyesület tevékenységéről ,  köszönettel  tartozom   dr  Francesco Manca úrnak, a Prometheo  kulturális intézmény elnökének, valamint  a Nápolyban időleges szolgálaton tartózkodó  magyar tiszteknek, családjaiknak és hozzátartozóiknak , akik  mindig örömmel  vesznek részt  rendezvényeinken,  végül minden kedves  magyar és olasz barátnak, akik szeretik  Magyarországot  és kedvelik a magyar  kultúrát  és történelmet .
Befejezésül  hálámat fejezem ki  Módos Péter  írónak, a Közép-európai  Kulturális Intézet igazgatójának,  az ismert Európai Utas  Alapítvány  című kulturális folyóirat főszerkesztőjének,  aki  felterjesztette  és  kitartással  szorgalmazta  megtisztelő kitüntetésemet , és  köszönet mindazoknak, akik  hittek  és hisznek a munkámban  és  az  általam vezetett Kulturális Egyesület  tevékenységében.

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venerdì 25 marzo 2016

15 MARZO UNGHERESE A NAPOLI:IL RICORDO DELLA GUERRA D'INDIPENDENZA E DEL CONTE SZÉCHENYI

Una piccola piazza napoletana, piazza Carolina, è particolarmente cara alla comunità ungherese residente nel capoluogo partenopeo. In occasione della festa nazionale  magiara del 15 marzo che ricorda la guerra d’indipendenza del 1848-49, vi si depone una corona per omaggiare la lapide che raffigura il generale garibaldino ungherese István Türr, primo governatore di Napoli. Quest’anno ricorre anche il 225-esimo anniversario della nascita dello statista István Széchenyi, tra i protagonisti del Risorgimento ungherese. Lo scorso 14 marzo, per il secondo anno consecutivo, la cerimonia si è svolta in presenza del prefetto di Napoli, Gerarda Pantalone. La commemorazione è poi proseguita presso la sede del Consolato d’Ungheria dove il Console onorario, Andrea Amatucci, nel discorso di saluto ha sottolineato con una punta di orgoglio come l’istituto che presiede è stato fondato ex-novo sotto la sua direzione.

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