Con la solennità di Santo Stefano d’Ungheria, santo patrono, re e fondatore della nazione ungherese, coincide anche la festa del pane nuovo (új kenyér ünnepe). Oggi questa corrispondenza ha una valenza fortemente religiosa e cristiana. In tutte le chiese del paese si procederà alla benedizione del pane ovvero del pane cotto con la farina prodotta dalle prime mietiture estive.
La paternità della ”festa del pane nuovo” non è ancora unanimemente riconosciuta. Sembra che le prime tracce risalgano addirittura ad una commemorazione del calendario liturgico medioevale, ossia quella della divisione degli Apostoli osservata il 15 luglio. In tempi relativamente recenti, a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, è al ministro dell’agricoltura Ignác Darányi che si deve la diffusione delle ”rinnovate” feste della mietitura la cui valenza è marcatamente sociale, rivolta all’instaurazione di ”un buon legame patriarcale”, e quindi pacificato, tra proprietari e lavoratori della terra in tempi di scioperi e sommosse nelle campagne. Il 20 agosto non è ancora contemplato, almeno fino alla vigilia del secondo conflitto mondiale, quando a Szeged, principale città sulle sponde del Tibisco, viene proclamata a scopi puramente turistici la festa del ”pane magiaro”.
A scegliere di celebrare il pane nuovo proprio nel giorno delle celebrazioni dedicate a Santo Stefano è il Partito comunista. Quello che può sembrare un paradosso, una inusuale concessione da parte di una forza politica profondamente laica nonchè in aperta opposizione ad ogni forma di culto, è un gesto conciliante. E’ troppo forte l’immagine del partito che opera in simbiosi con una superpotenza straniera, l’Unione sovietica, facendone gli interessi anche a svantaggio della patria stessa. Allora si può recuperare il rapporto con gli ungheresi anche attraverso la difesa e la rivalutazione di una tradizione popolare mai decisamente collocata nel calendario ma sempre fortemente sentita da una nazione come quella magiara legata al lavoro della terra. Stefano primo re d’Ungheria non è un santo per il regime ma un ”rivoluzionario”, quanto basta per evitare pericolosi fraintendimenti.
Da allora, tra le icone simboliche del 20 agosto ungherese, c’è anche la pagnotta, dalla crosta chiara e legata in un nastro dai colori del tricolore nazionale. Il senso di una festa è anche questo. La tradizione, la cultura, la religione, la politica si fondono attorno al padre della nazione, Stefano e sulle mense si benedice il frutto per eccellenza della terra su cui si vive e si lavora, il pane. Quel pane che, come i miei nonni ungheresi mi hanno insegnato, prima di essere tagliato va segnato col segno della croce.
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Per consultare i programmi completi delle celebrazioni ufficiali in onore di Santo Stefano consulta il link dedicato.
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