giovedì 10 aprile 2014

MENO VENTIDUE, DOVE SI DECIDE LA MAGGIORANZA DI ORBÁN

Ágnes Kunhalmi e László Kucsák al voto di domenica scorsa
A Pestszentlőrinc – Pestszentimre non c’è solo l’aeroporto. Sembra che i primi insediamenti risalgano già a prima dell’anno mille all’epoca delle migrazioni magiare dalle regioni trans-uraliche. Nel territorio del quartiere , che dal 1950 è il diciottesimo distretto di Budapest , c’erano le due grandi caserme evacuate nel 1990 che dalla rivoluzione del ‘56 davano alloggio alle truppe sovietiche. Siamo nella periferia sud-est della capitale. Quasi centomila abitanti distribuiti tra casette basse, mono o bifamiliari, e l’isolato che porta il nome della capitale cubana, in ungherese Havanna. Affinità ideologiche e architettura tuttora legate. Una lunga serie di palazzoni grigi in pannelli prefabbricati stile anni sessanta dove in effetti la giovane candidata socialista Ágnes Kunhalmi ha sbancato. Ha vinto in otto delle undici sezioni di questo caseggiato notoriamente “di sinistra”.  Ma non è bastato. Nel collegio è sotto di 22 voti.  20.082 contro i 20.104 del suo sfidante, il parlamentare del FIDESZ-KDNP László Kucsák. I blogger si divertono a dare i numeri e fare previsioni. Alle ultime elezioni amministrative, nella sezione ora in bilico, i socialisti vinsero (di pochissimo) nonostante i 23 punti percentuali di distacco con cui il partito di Orbán  aveva conquistato l’intero distretto. L'impresa insomma è possibile. Sabato si conteggiano i voti dei residenti che hanno votato altrove o all'estero.  Circa duemila preferenze per questo collegio - secondo i dati dell'Ufficio elettorale nazionale - che contemporaneamente potrebbero regalare il trentanovesimo seggio alla coalizione di sinistra e togliere la maggioranza dei due terzi (momentaneamente a quota 133) all’appena riconfermato premier Viktor Orbán. Il dato politico certo non cambierebbe. Orbán ha ottenuto una vittoria schiacciante. "Non hanno importanza i 2/3 - ha detto lunedì il premier alla stampa estera - ai fini della qualità dell'azione dell'esecutivo". Tutto invariato dunque.

Ágnes Kunhalmi, fonte: profilo ufficiale facebook

Tuttavia dobbiamo considerare due aspetti tutt’altro che marginali nel caso la spuntasse il centrosinistra. Orbán perderebbe una delle caratteristiche qualificanti la legislatura appena trascorsa, quella di disporre di una maggioranza cosiddetta costituente (alkotmányozó). In gioco poi non è solo la possibilità di modificare la carta costituzionale senza ricorrere necessariamente all'accordo con altre forze politiche, ma anche quella di legiferare in tutta una serie di materie (come tutela della famiglia e media) disciplinate dalle leggi organiche  che richiedono una maggioranza qualificata, dette per questo proprio “leggi dei due terzi” (kétharmados törvények). La competizione nel XVIII distretto ha in più una valenza molto simbolica in casa socialista. Il collegio era infatti riservato a Gábor Simon, l'ex-parlamentare e vice-presidente del partito - ora sottoposto a provvedimento di custodia cautelare - sul cui conto austriaco sono stati trovati milioni di euro non dichiarati. Il seggio eventualmente strappato al FIDESZ-KDNP sarebbe un successo personale di Ágnes Kunhalmi. Il credito politico della trentunenne candidata socialista, già nota al pubblico nazionale come esperta di istruzione per il suo partito, aumenterebbe in modo considerevole.

László Kucsák fonte: profilo ufficiale facebook

La Kunhalmi in realtà la sua elezione l’ha già vinta. Ha risparmiato alla sinistra il tracollo in un collegio che molti suoi colleghi avrebbero evitato. Ha accettato questa scomoda sostituzione in corsa ed è lì, ad una manciata di voti da un insperato sorpasso. La campagna è stata dura e “si è basata sulla mobilitazione”, come ha ricordato lei stessa più volte.  Il suo antagonista, il deputato dell’Assemblea nazionale László Kucsák, oltre a saper suonare chitarra elettrica e sassofono non è un avversario facile da battere. E’ il “detentore” del mandato parlamentare in questo stesso distretto, è cresciuto nel quartiere, è stato preside nelle scuole del quartiere. La sua presenza sul territorio non è mancata né nelle inaugurazioni né nelle iniziative in campo sociale.  Non sono mancati nemmeno gli scivoloni in verità, come la polemica sulle presunte lauree/non lauree possedute dalla candidata socialista, cui mancano per la cronaca solo gli esami di lingua. Un classico, quello del ricorso ai titoli di studio fasulli dei politici, il cui utilizzo denota tutta la difficoltà di Kucsák e quanto la partita sia ancora aperta. E l’effetto trascinante di Orbán potrebbe non essere stato sufficiente.

Sono anche altre le situazioni in cui lo spoglio dei voti dei residenti non votanti in loco potrebbe stravolgere il risultato di domenica scorsa ancora provvisorio. Si contano altri cinque collegi in altrettanti  distretti di Budapest oltre al collegio numero 2 di Miskolc e quello di Gyöngyös dove alle spalle del candidato del FIDESZ-KDNP c’è il leader dello Jobbik Gábor Vona. Quattro volte in testa la coalizione di sinistra, tre volte in testa l’alleanza di governo.Tutti casi in cui i divari tra primi e secondi vanno da un minimo di 253 ad un massimo di 759 preferenze. Tutti svantaggi che sabato possono essere recuperati sulla carta ma nulla di paragonabile ai 22 voti che separano Kunhalmi da Kucsák.  
A Pestszentlőrinc – Pestszentimre non c’è solo l’aeroporto. Si decide la maggioranza di Orbán.





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