mercoledì 4 dicembre 2013

BERLUSCONI CAPOLISTA IN UNGHERIA? FANTA-POLITICA E FANTA-REAZIONI

L'ex-premier italiano Silvio Berlusconi e il premier ungherese Viktor Orbán
Silvio Berlusconi candidato alle prossime elezioni europee (anche) in Ungheria. La notizia è di ieri. La smentita del diretto interessato è di oggi. 
Diciamo subito che l’ipotesi è stata oggetto più delle ilarità dei social network che delle analisi di giuristi e politologi. Noi siamo tra quelli che non possono passare la cosa sotto silenzio pur relegandola nella categoria del fantastico.  Riportiamo a tal proposito due reazioni magiare, una reale ed una potenziale, a questa possibilità di cui ha scritto per la prima volta martedì Repubblica in un articolo, “La tentazione ungherese di Berlusconi”, firmato Carmelo Lopapa (leggi qui).  

Partiamo da quella reale: "La notizia non ha alcun fondamento ma almeno è divertente" è stata la dichiarazione di Máté Kocsis, responsabile della comunicazione del FIDESZ, il partito di destra ora al governo, che avrebbe dovuto candidare con ogni probabilità il Cavaliere. La reazione potenziale, forse un po' forzata da parte nostra anche perchè pronunciata in un contesto diverso ma tutto sommato pertinente, è quella che invece troviamo più significativa. “Io sono convinto che il posto adatto per chi evade le tasse è la galera e contro gli evasori bisogna porsi nel modo più duro possibile”.  Le parole (leggi qui) sono di Viktor Orbán, proprio lui, il primo ministro ungherese, in risposta ad un’interrogazione parlamentare di lunedì,  il giorno prima dunque che ”scoppiasse” il caso-candidatura-europea.  A cosa si riferisse Orbán lo vedremo in un nostro prossimo intervento. Quello che sappiamo per certo è che “l’ultranazionalista di destra” non si riferiva al suo ”amico” italiano (i virgolettati sono di Lopapa).  

Non è nostro obiettivo giudicare la sentenza con cui la Corte di Cassazione ha condannato l’ex-premier italiano per frode fiscale, così come non è nostro oggetto di analisi la presunta “politicizzazione” di parte della magistratura italiana negli ultimi vent’anni. Ci incuriosisce però immaginare come Orbán si sarebbe posto di fronte ad una fondata ed eventuale proposta di candidatura di Silvio Berlusconi in Ungheria alla luce della ferma posizione anti-evasione assunta nel citato question time. L’impressionante contiguità temporale dei fatti ha semplicemente stuzzicato la nostra fantasia. Quello che ci resta alla fine è solo l’intransigenza di una dichiarazione ed una notizia che è stata tale per poco più di un giorno.